5 lezioni con…i Promessi Sposi

5 lezioni con… I Promessi Sposi

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Alessandro Manzoni.

Un gigante nella letteratura italiana, sul quale veniamo pressoché ossessionati e indottrinati fin dalla più tenera età. Quanti temi ho scritto comparando le figure di Don Abbondio e Fra Cristoforo, l’Innominato e Don Rodrigo, la figura dell’Azzeccagarbugli, la peste, il ruolo della societá, la rivolta del pane, la peste!

 

C’è chi lo ama e chi lo odia.

Io apprezzo le sue opere ma non sono mai riuscita ad amarlo.

 

Alessandro Manzoni è da parte materna legato con delle figure illustri del passato. Infatti, il nonno era Cesare Beccaria, come non poter ricordare il suo “dei delitti e delle pene”? (che io tra l’altro ho adorato). La madre di Manzoni, Giulia Beccaria, era una nobildonna brillante, che abitava i più bei salotti italiani dove brulicavano le idee illuministe e legata ai circoli elitari milanesi.

 

Da una famiglia così sarebbe potuto nascere un Byron italiano, un Gabriele D’Annunzio. Infatti, Manzoni, dopo un’infanzia sofferta in collegi religiosi, ha una giovinezza relativamente scapestrata buttandosi sul gioco d’azzardo.

 

Sappiamo poi quanto la conversione al cattolicesimo abbia avuto una grandissima influenza sulle sue opere: il tema della Provvidenza nel romanzo, tant’è che la stessa parola viene nominata 22 volte. La fede nella divina Provvidenza, intesa come la mano di Dio che interviene nelle vicende umane, porterà poi i due protagonisti a comprendere che i guai cercati o subiti devono essere accettati e che “la fiducia in Dio li raddolcisce e li rende utili per una vita migliore“.

 

Comunque, nonostante il mio non amore causato soprattutto da questo tema, i Promessi Sposi rimangono IL romanzo italiano. E a seguire, le 5 lezioni che possiamo ancora trarre da loro:

 

  1. Sposarsi non è semplice come sembra.

Renzo, quando fece la proposta alla sua bella Lucia, non sapeva certo a cosa stava per andare incontro. L’Azzeccagarbugli, i Bravi, Don Rodrigo, l’Innominato, Fra Cristoforo, la peste. A distanza di secoli non sappiamo ancora perché Don Rodrigo si fosse così invaghito di Lucia. Comunque, anche se ci fosse stato un live flirt da parte di Lucia, Don Rodrigo ha di certo esagerato non poco nel mettere i bastoni tra le ruote a Renzo e alla fanciulla.

 

  1. Se potete, evitate di farvi suora.

La vita monacale non sempre è ideale. Soprattutto se vi piacciono gli uomini e siete, oltre che giovani ed ingenue, pure sventurate. Impariamo da Suo Gertrude, la poveretta non ha fatto una bella fine.

 

  1. Se venite avvolte in un tappeto, riballatevi. Non siete un paralume e nemmeno un involtino.

Nel capitolo 8 “la notte degli imbrogli” in un momento di grande stress letterario ed emotivo don Abbondio copre Lucia con il tappeto del tavolino, così che lei non riesca a dire la formula per portare e termine il matrimonio. Dato che siamo donne e non lampade e men che meno involtini, ritengo che tutte dovremmo combattere per la nostra libertà di sposare anche un Renzo Trimaglino, e di non farci passare per un paralume qualsiasi.

 

  1. Se avete sopportato mille avversità per sposarvi, non fate poi voto di castità.

Perché soffrire per nulla? Io capisco che alla fine la Provvidenza metterà fine a tutte le vostre sofferenze e disfatte ma fare voto di castità dopo essere scappata su una barca e nascosta in un convento sotto falso nome, solo perché il vostro matrimonio non si doveva fare, denoti un netto controsenso. Questa scelta dimostra non una forte fiducia e una profonda religione ma solo una grande idiozia.

 

  1. La peste fa male, ma è democratica.

Chiedete a don Rodrigo.

2 pensieri su “5 lezioni con…i Promessi Sposi

  1. niicolescrive ha detto:

    Adoro! Non ho mai letto Manzoni ma conto di farlo tra qualche tempo. I tuoi pilastri e i tuoi post mi piacciono tantissimo, e poi dai, la cosa della peste mi ha fatto morì dal ridere!

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